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VIVERE IL VANGELO A 3000 METRI

Giuseppe Messetti, comboniano di Pazzon, da più di trent’anni è missionario in Perù.

 

  1. P. Giuseppe, ma lei era prete diocesano. E poi ?

Sono originario di Pazzon frazione di Caprino.  Ho fatto tutto il percorso nel seminario diocesano di Verona, sono stato ordinato sacerdote nel 1978 da mons. Giuseppe Carraro (le ultime sue ordinazioni) e poi ho fatto quattro anni come curato a sant’Ambrogio in Valpolicella. In me da tempo  nella vocazione sacerdotale maturava una vocazione missionaria, volevo dedicarmi alla missione non tanto come fidei donum ma missionario “ad vitam”. E questo anche per un senso di giustizia: a Sant’ambrogio eravamo tre preti per tremila abitanti, leggevo e mi raccontavano che in missione c’erano parrocchie con 100 mila abitanti  senza prete, con una sola messa all’anno. Mi sentivo chiamato ad andare a portare i sacramenti, soprattutto l’eucaristia, a gente cristiana non alimentata da questi doni.

  1. com’è stato il passaggio da diocesano a comboniano?

Ehh, il vescovo mons. Amari, (arrivato dopo mons. Carraro ndr), era incerto. Io ho insistito e finalmente nel 1982 mi ha lasciato andare: sono entrato nei comboniani e dopo il noviziato e la formazione nel 1984 sono partito per il Perù, con destinazione la città più alta del mondo, Cerro de Pasco, 4400 metri di altitudine. Li ho potuto fare una prima esperienza  pastorale sulle alte Ande, fatta da  feste popolari, devozione alla croce, settimane sante con molte processioni, la catechesi tradizionale per mantenere viva la fede. Si cercava di formare catechisti, l’unico modo per evangelizzare nelle Ande: a 4000 metri, dove le forze diminuiscono, o tutti si prendono carico dell’evangelizzazione, o si fa davvero ben poco.  Purtroppo quel periodo al Cerro de Pasco è durato troppo poco…

  1. Perché?

Nel 1989 i superiori mi hanno richiamato in Italia come animatore missionario e formatore prima a Lecce e poi a Thiene. Ma nel 1993 sono ripartito per il Perù, questa volta a Huánuco, diocesi a 3500 metri di altezza, schiacciata tra la grande Lima e alle spalle la stupenda cordigliera Huayhuash. La nostra parrocchia andava dai 1800 ai 4000 metri, un territorio immenso. La vita nella città ci assorbiva molto per via di una pastorale anche sociale molto attiva, il problema era animare le comunità dell’alta cordigliera, non solo mantenerle vive con i sacramenti, ma organizzare una attività di accompagnamento e di ascolto. Ripeto, i laici ricoprono un ruolo essenziale.

  1. E adesso?

Adesso sono nella diocesi di Tarma, una realtà più piccola.  Come tutti in Perù, siamo stati molto colpiti dal covid: 9 mesi di chiese completamente chiuse e attività pastorali e assistenziali ferme.

  1. Fare missione cosa vuol dire?

La nostra vocazione sarebbe  di evangelizzare i non evangelizzati, ma in Perù oggi si tratta di rievangelizzare chi si pensa evangelizzato ma di fatto non lo è. Sulla cordigliera l’evangelizzazione è sempre stata superficiale,  una sovrapposizione di riti cristiani su riti pagani, ci si è fermati li. Occorre dare profondità ad un vangelo che deve inculturarsi e portare a delle scelte.

  1. com’è visto il missionario?

La gente ci vede bene, perché in noi  nota impegno e vicinanza. Solitamente è il missionario che accetta di andare nei posti lontani, nelle comunità emarginate. C’è la corsa per  le parrocchie in città (perché ti danno da vivere), non certo per quelle sulle Ande. La gente  guarda il missionario con simpatia forse perché si aspetta anche qualche aiuto economico che il missionario, più che il prete locale, magari riesce a far arrivare. In effetti qualcosa riusciamo a fare, sempre con l’attenzione a non imboccare le strade del paternalismo.

 

 

  1. Il Perù, paese ricco che vive povertà disumanizzanti. Perché?

Difficile parlare di giustizia in un paese dove la corruzione è a tutti i livelli e in tutti i settori: dal giudice all’impiegato comunale, dalla sanità dall’istruzione, al commercio. Si deve cambiare il Perù, costruire una nuova società, ma devono essere i peruviani stessi a volerlo. Alla fine nelle elezioni vince sempre chi ha soldi e chi fa regali.  La capacità di analisi e di riflessione  non esiste, dilaga il malcostume allargando la forbice tra ricchi e poveri. Però c’è una nuova coscienza che sta prendendo piede, ed è quella ecologista:  sempre più persone organizzate si oppongono allo sfruttamento dei mari, gli indigeni dell’Amazzonia peruviana  si oppongono alla deforestazione, i campesinos alle multinazionali delle miniere. Insomma, qualcosa si muove.

  1. Nel frattempo i giovani scappano

C’è una grande migrazione interna. I giovani scendono dalle  Ande o dalle comunità della selva per raggiungere  la costa o la foresta dove ci sono più possibilità di lavoro. Nella costa vuol dire allargare le periferie delle città vivendo in condizioni disumane: occupano periferie senza nulla, solo dopo anni arriva qualche servizio. Nella selva invece molti vengono occupati nella produzione della coca, che in Perù è legale per gli  usi nella medicina tradizionale ma -come tutti sanno-, l’80% della produzione prende la via del narcotraffico, coperto dalla corruzione e dal volume di affari che genera.

  1. Difficile quindi trattenere i giovani nelle comunità della montagna…

Il giovane  vuole l’internet, la connessione, avere qualche soldo  da spendere in  cose da comprare. Il progresso per loro è questo, sostanzialmente una vita “comoda”. Ma per avere le possibilità di una vita comoda devono scendere dalle montagne.

  1. In questi quasi 40 anni in Perù la sua scelta missionaria “ad vitam” è rimasta intatta?

Se a 70 anni torno sulle Ande  vuol dire che mi sono innamorato di questa gente, povera in tutti i sensi. Gente che si lascia sommergere dalle tentazioni del mondo e che a volte perde di vista  i valori con i quali ha sempre vissuto, come il valore della comunità e del  lavoro comunitario. Adesso entra l’individualismo,  la ricerca del benessere fine a se stesso. E anche la fede con  la religiosità che la esprime, corre il rischio di perdersi  o di annacquarsi.

Paolo Annechini

 

   

 

 

 

 

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