- Federica e Ilaria: da dove venite e perché partite?
Federica_ Vengo dalla parrocchia di Porto di Legnago, ho fatto un’esperienza missionaria in Uganda con Ilaria ed ora sto facendo il corso al CUM per ripartire in missione a Carapira, sempre assieme ad Ilaria, nella storica missione comboniana nel nord del Mozambico. Riparto perché ho bisogno di allargare il cuore, come si dice, di andare a conoscere e a vedere i segni del Regno che sono presso i nostri fratelli in Mozambico. Lo sento come un crescere e un camminare nella fede.
Ilaria_ Io vengo dalla parrocchia di Palazzolo di Sona, anch’io dopo l’esperienza missionaria in Uganda mi rimetto in gioco con Federica. Parto perché l’esperienza in Uganda per me è stata un grande dono, e come segno di gratitudine sono pronta a ripartire non tanto per fare tante cose, ma soprattutto per condividere un quotidiano fatto di piccoli gesti. Secondo me è l’esserci l’importante nel fare missione.
- Cosa vi spinge a rimettervi in cammino?
Ilaria_ Per me tante cose, tra queste una fede che in Uganda ho scoperto diversa, universale, fatta di accoglienza, di comunità, di entusiasmo.
Federica_ MI spinge la parola del vangelo, di Gesù, il missionario per eccellenza, che ci indica anche uno stile quando dice ai suoi di andare non portando né pane, né sacca, né due tuniche. E’ un andare totalmente affidato alla provvidenza.
- Cosa vi aspettate?
Federica_ Mi aspetto di trovare una comunità, quella di Carapira, composta da più soggetti. Mi aspetto di fare comunità con loro, nella fraternità e nella condivisione del vangelo.
Ilaria_ Parto volutamente senza aspettative e con il cuore aperto ad accogliere quello che giorno dopo giorno incontrerò. Vorrei non arrivare a Carapire con le mie soluzioni o i miei pensieri, ma fare posto alle soluzioni e ai pensieri degli altri, così da camminare assieme.
- Tante persone vi stanno accompagnando in questo progetto. Cosa vuol dire?
Federica_Vuol dire che non siamo sole! Il più bel dono da fare al missionario è la preghiera: sentirsi in cordata con tante persone che ti accompagnano è sentirsi davvero inviate. Innanzitutto dal vescovo Domenico e la chiesa di Verona, poi dai laici missionari comboniani, con i quali partiamo e siamo sostenute, e poi da tanti amici e amiche.
Ilaria_ Per me le persone che ci accompagnano sono segno di ricchezza, è la testimonianza che la missione non si fa da soli ma si fa insieme. Non siamo solo noi le inviate, ma lo siamo tutti e tutte come chiesa.
Paolo Annechini