Lettera alla diocesi di Verona
del vescovo eletto, mons Domenico Pompili
«Neppure si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti gli otri scoppiano e così si versa il vino e si perdono gli otri. Ma il vino nuovo si mette in otri nuovi, così si con- servano entrambi» (Mt 9,17).
Le parole di Gesù (come dalla liturgia del giorno di oggi) risuonano nel momen- to in cui viene reso noto che Papa Francesco mi ha eletto vescovo di Verona, succe- dendo a mons. Zenti che abbraccio con gratitudine.
Questa scelta inattesa mi ha spiazzato. Fino a qualche giorno fa non avrei mai immaginato di venire da voi e di lasciare quelli tra i quali ho vissuto per sette intensi anni, segnati anche dal terremoto.
Naturalmente il testo evangelico suggerisce ben altro rispetto a questa mia trop- po personale interpretazione. Quel che è incomparabilmente “nuovo”, infatti, è il Si- gnore Gesù! Lui è il “vino nuovo” che fa saltare consuetudini e spazza via pregiudizi. È nel suo Nome che vengo a voi.
Esattamente un secolo fa (1922) Romano Guardini, che era nato proprio a Vero- na (1885), prima di emigrare con la sua famiglia in Germania, sottolineava che «si è iniziato un processo di incalcolabile portata: il risveglio della Chiesa nelle anime». E descriveva tale processo come «la via per diventare uomo».
Dobbiamo onestamente riconoscere che il “suolo umano” si è impoverito, si è svuotato del suo humus di relazioni, legami, responsabilità e così è divenuto friabile e inconsistente. Al punto che l’uomo stesso, su questo terreno incerto, finisce per di- ventare “di sabbia”. Siamo tutti, donne e uomini, dalla “testa pesante” che fatichiamo a portare avanti la nostra vita, dubitiamo del tragitto e del senso, chiedendo al con- tempo riconoscimento e rassicurazione.
In tale contesto, quale è la strada da percorrere insieme?
Guardini non ha dubbi. E neanche io. Grazie alla fede cristiana, infatti, «emerge un punto, che non appartiene al mondo; un luogo, in cui si può camminare; uno spa- zio in cui si può entrare; una forza su cui ci si può appoggiare; un amore, a cui ci si può affidare». È la ricerca della fede che vengo a vivere con voi, insieme a tutti, cre- denti e non credenti, donne e uomini di buona volontà.
Spero che il tempo che ci separa dall’incontro rafforzi in tutti la determinazione ferma e perseverante di camminare insieme.
Con amicizia e con gratitudine. Rieti, 2 luglio 2022
Domenico